La birra “doppio malto” non esiste! Scopriamo insieme il perché.
“Per me una birra doppio malto!”
Ecco una delle richieste che più fanno raccapricciare publican e birrai, ma perché?
Perchè la birra “doppio malto” non esiste o, almeno, non esiste in termini stilistici. Proviamo a spiegare più nel dettaglio questa ambiguità tutta italiana.
L’espressione “doppio malto” è una definizione esclusivamente italiana, introdotta dal legislatore italiano nel 1962 (Legge n. 1354) per definire una birra di tenore alcolico elevato (“grado Plato” pari o superiore a 14,5).
Oltre sessant’anni fa, in Italia è stata approvata la classificazione delle birre in cinque categorie: “birra analcolica”, “birra leggera”, “birra”, “birra speciale” e “birra doppio malto”.
Le motivazioni sono esclusivamente di natura fiscale: tale classificazione è finalizzata al pagamento dell’accisa, che è un’imposta che cresce in modo direttamente proporzionale al grado alcolico e al “grado Plato”.
Cos’è il grado Plato?
Le indicazioni per la gradazione della birra sono due:
- i gradi Plato, che indicano la percentuale di zuccheri presente nel mosto, prima della fermentazione;
- il volume alcolico della bevanda fermentata, che si ottiene moltiplicando il grado Plato per il coefficiente fisso 0,4.
Le birre, quindi, secondo la legge italiana sono classificate in questo modo:
- “birra analcolica”, il prodotto con grado Plato non inferiore a 3 e titolo alcolometrico volumico non superiore a 1,2%;
- “birra leggera”o “birra light”, il prodotto con grado Plato non inferiore a 5 e non superiore a 10,5 e con titolo alcolometrico volumico superiore a 1,2% e non superiore a 3,5%;
- “birra”, il prodotto con grado Plato superiore a 10,5 e titolo alcolometrico volumico superiore a 3,5%; tale prodotto può essere denominato, a sua volta,
- “birra speciale” se il grado Plato non è inferiore a 12,5 e
- “birra doppio malto” se il grado Plato non è inferiore a 14,5.
“Doppio malto” è, dunque, solo una categorizzazione burocratica.
Cosa distingue, allora, le birre “doppio malto” dalle altre birre?
Si tratta semplicemente di birre con gradazione alcolica tendenzialmente medio-alta, non necessariamente di colore scuro o ambrato, in quanto il colore della birra dipende dal livello di tostatura dei malti utilizzati per la produzione, non dalla loro quantità.
Anche il sapore delle birre “doppio malto” non è definibile, è possibile solo dire che si tratta di birre più strutturate, con maggiore corposità.
Quando ci accingiamo ad ordinare una birra, quindi, non meravigliamoci se il publican o, peggio, il birraio ci lanceranno un’occhiataccia alla richiesta di una “doppio malto”!
Cheers!🍻
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